Proteggere, tutelare e valorizzare nella maniera più rispettosa possibile il nostro patrimonio più prezioso, quello che mai nessuno al mondo potrà minimamente pensare di copiarci: le ricchezze naturali e ambientali, i beni storici e archeologici. Ecco il vero elemento indistruttibile e inattaccabile del Made in Italy. Un’espressione, quest’ultima, di cui si è spesso abusato negli anni pre-crisi, quasi fosse una formuletta magica utile a tenere a distanza le minacce più pesanti della crisi economica dell’Occidente. In realtà pronunciarla a ripetizione o scriverla qua e là è servito a ben poco.
Perché? Beh…, un matrimonio celebrato su lusso e frasi d’effetto, ma privo dell’amore, è destinato a naufragare. Il Made in Italy è come un matrimonio e per funzionare ha bisogno proprio dell’amore per il Paese. Solo così potrà diventare un potentissimo volano dell’economia italiana.
Qualcuno potrà obiettare che il Made in Italy è già una realtà florida… basti pensare ai grandi marchi di auto, moto, alle griffes di moda, a qualche prodotto gastronomico e tanto altro. Bene, ottimo. Ma la domanda sorge spontanea: è davvero soltanto questo? O se opportunamente curato potrebbe essere tanto, tantissimo di più, ed essere vero elemento attrattore per tutti i settori dell’economia italiana per i prossimi decenni?
Facciamo un altro esempio e immaginiamo questa situazione: un facoltoso cliente russo, cinese o americano acquista una borsa griffata, massima espressione del Made in Italy. Gongolante e soddisfatto sta per poggiarla sul tavolino. Ma proprio in quell’istante l’occhio gli cade sul titolo altisonante di un articolo di giornale: “Pompei perde altri pezzi: giù un altro muro”. In un attimo quel sentimento di gioia, quell’immagine apparentemente granitica del Made in Italy, si sgretola, viene offuscata, in parte vanificata. E tutto per colpa dell’insensibilità, incapacità e ignoranza di governanti e amministratori bravissimi a pensare più al proprio tornaconto spicciolo che al bene del Paese (che in definitiva sarebbe poi anche il loro…).
In questo caso stiamo parlando di Pompei, sito Unesco (a proposito, anche Capo Caccia, insieme al Parco geominerario della Sardegna, rientra nella rete europea dei Geoparchi riconosciuti dall’Unesco), patrimonio mondiale dell’umanità che la storia e la civiltà hanno consegnato “gratis” al nostro Paese. Ma lo stesso discorso vale per ogni testimonianza storica e archeologica dell’Italia. Sardegna compresa (a proposito, se volete guardate le splendide immagini dello spot “Sa die de sa Sardigna” 2012 che tra i protagonisti vede la bravissima violinista sarda Anna Tifu), culla della civiltà nuragica (quanti siti culturali sono ancora completamente abbandonati!) e scrigno di tesori storici, archeologici, gastronomici e naturalistici in molti casi non ancora opportunamente valorizzati.
Da questo punto di vista la frontiera del turismo attivo è un enorme valore aggiunto, una preziosa opportunità per vivere ed esaltare in maniera proficua il Made in Italy.
Si è alla vigilia del World Travel Market 2012 di Londra, in programma dal 5 all’8 novembre a Londra e fra le principali fiere mondiali dedicate al turismo. Non è un caso che, da qualche anno a questa parte, nell’ambito dell’evento, sia nata la costola del World Responsible Tourism Day, intera giornata dedicata al turismo sostenibile, responsabile ed etico. Un principio che, per quanto riguarda la Sardegna e l’Italia, si inserisce con forza nell’alveo del Made in Italy.
E se questo è un motore ad altissimo potenziale, è bene che l’officina Stato funzioni a dovere: ancora oggi trafile burocratiche inutili e farraginose, unitamente ai tempi biblici della Pubblica Amministrazione, mortificano di fatto qualunque iniziativa imprenditoriale e soffocano la ripresa. Anziché discutere se abbassare di mezzo punto o un punto l’Irpef e aumentare contestualmente l’Iva di un altro punto, forse sarebbe più opportuno e indubbiamente produttivo rendere certi, trasparenti e meno ingarbugliati i tempi burocratici che strozzano la vita delle aziende, soprattutto delle piccole e medie, e sono la più grande zavorra per il sistema imprenditoriale italiano. Con tutto ciò che ne consegue, soprattutto a livello sociale ed economico.
Utopia? Chissà…. Di sicuro la maggioranza degli italiani ci metterebbe la firma. Vogliamo scommettere?
È un suggestivo tunnel che prende il nome dalla scalinata del Cabirol –immediatamente sopra al punto di immersione– e che conduce alla famosa grotta di Nettuno. L’ingresso del tunnel è molto ampio e i raggi del sole penetrano in profondità disegnando spettacolari giochi di luce. La grotta si incunea nella falesia per una cinquantina di metri e, arrivati in fondo, si sbuca in un’altra grotticina che si trova immediatamente sopra. Ci si avvia all’uscita per proseguire l’immersione lungo la parete esterna del promontorio, ricchissima di anfratti e tane.
Partenza: il punto di immersione è a 8 minuti di gommone dal centro turistico ArchiMete.
Percorso: la grotta è articolata su due livelli e l’esplorazione è abbastanza facile.
Profondità: L’ingresso della grotta è a 16 metri, una volta in parete si può raggiungere il fondo a 30 metri.
Da vedere: coloratissime pareti, ricoperte di spugne e madrepore, nascondono anfratti dove trovano rifugio aragoste, murene, ma anche nudibranchi e gamberetti. Appena fuori dal tunnel è facile vedere grandi pelagici come ricciole e dentici a caccia delle loro prede.
Durata esplorazione: 1 ora.
La quota comprende: bombola da sub e zavorra, trasferimento e rientro in gommone, guida subacquea e naturalistica all’interno della grotta, risciacquo e deposito attrezzature.
Maggiori informazioni: Il centro turistico ArchiMete offre la possibilità di convenienti pacchetti immersioni che consentono di vivere appieno le meraviglie dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana. L’offerta può essere combinata anche con le escursioni trekking, snorkeling e le altre attività naturalistiche proposte da ArchiMete. Vedi anche la sezione Scopri le nostre offerte
Il centro turistico ArchiMete offre un pratico e conveniente servizio di locazione gommoni rivolto agli appassionati di mare che amano scoprire in autonomia le ricchezze naturalistiche e paesaggistiche della Riviera del Corallo e del comprensorio di Capo Caccia-Isola Piana. Il gommone è il mezzo ideale per vivere intense giornate fra bagni di sole e di mare.
Per condurre i gommoni in locazione non è necessario possedere la patente nautica, perché i motori sono da 40 cavalli, potenza ideale per viaggiare in sicurezza e a tutto comfort.
I gommoni, costantemente controllati e tagliandati, sono equipaggiati di tutte le dotazioni di sicurezza, in regola con la normativa diportistica italiana.
Le imbarcazioni sono coperte da polizza assicurativa.
INFORMAZIONI UTILI E PRENOTAZIONI
Per informazioni sul periodo e disponibilità dei gommoni inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica: archimete@archimete.it specificando la dicitura “Info locazione gommone” nell’oggetto.
Oppure contattare i numeri +39 327 5909300, +39 333 6744889, +39 334 9372278 (orario: 09.00-13.00 / 14.00-19.00)
Per la locazione di un gommone il cliente è tenuto a firmare il contratto di locazione e a versare una cauzione al momento della consegna del natante. La cauzione sarà restituita al termine della locazione.
Leggi le nostre politiche privacy
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Modelli:
SELVA D500 con Selva CV. 40/60
Portata max 6 persone;
Consolle di guida;
Prendisole di prua con cuscineria;
Tendalino parasole;
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GOMMONAUTICA G48 Comfort con Yamaha CV. 40/60
Portata max 6 persone;
Consolle di guida;
Prendisole di poppa e di prua con cuscineria;
Tendalino parasole;
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La locazione gommoni è attiva da maggio a settembre.
Nota: il carburante è ESCLUSO dal prezzo del noleggio.
ArchiMete, un po’ come il grande genio e inventore Archimede.
È un centro turistico specializzato nel settore del turismo attivo e dinamico. “Archi” come archeologia, storia, cultura e “Mete” come le destinazioni e avventure cercate e desiderate. L’obiettivo è offrire al turista l’opportunità di crearsi una vacanza “geniale”, quella che soddisfa il più possibile le aspettative di ciascuno.
ArchiMete è al centro della Baia di Tramariglio, nel cuore di due riserve naturali, una terrestre e l’altra marina: il Parco regionale di Porto Conte e l’Area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana. Un palcoscenico ideale per trascorrere periodi di vacanza in pieno divertimento e relax, dando sfogo alle proprie passioni.
Le attività spaziano dalle immersioni subacquee (l’area di Capo Caccia è tra le più famose al mondo per straordinarie grotte sommerse) allo snorkeling con annesso tour delle falesie, dal kayak fino al trekking terrestre. La possibilità di locare comodi gommoni permette poi di vivere nella maniera più vera e personale questo angolo di paradiso terrestre.
Il centro turistico ArchiMete Sardegna è nel cuore del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, area naturale protetta di grande pregio istituita nel 1999. Il parco si estende per 5.350 ettari nel territorio del Comune di Alghero e presenta scenari naturali assai variegati e unici nel loro genere. La zona di costa è compresa fra Capo Caccia a ovest e Punta Giglio a est ed è caratterizzata da ampi costoni di falesie a picco sul mare, alternati a tratti di roccia meno scoscesi. L’entroterra del promontorio è invece dominato da colline dolci e piccole radure dove è frequente avvistare animali che vivono allo stato brado: dai cinghiali ai cervi, dai daini alle donnole, ai ricci e perfino gli asinelli bianchi dell’Asinara, ben visibili all’interno della Foresta demaniale Le Prigionette “Arca di Noè” che si trova a poche centinaia di metri dal centro turistico ArchiMete Sardegna.
Una manciata di chilometri più a nord si trova il lago Baratz, unico lago naturale della Sardegna e meta privilegiata degli itinerari di trekking, in mountain bike e a cavallo che percorrono i sentieri della zona di Porto Ferro. Si estende per poco più di mezzo chilometro quadrato, ma è un vero e proprio laboratorio naturale all’aperto grazie alla presenza di numerose specie di flora e fauna. Sulle rive del laghetto è rigogliosa la macchia mediterranea con cisto, rosmarino selvatico, mirto, lavanda e corbezzolo, e tra gli arbusti non è difficile scorgere uccelli come la folaga e il germano reale, mentre a pelo d’acqua fanno capolino le testuggini d’acqua dolce.
Altro bacino idrico di grande interesse naturalistico e storico è lo stagno del Calich, all’ingresso ovest di Alghero, nei pressi di Fertilia. Lo stagno rientra nel perimetro del parco regionale di Porto Conte ed è ecosistema per numerose varietà vegetali e faunistiche. Ben visibile l’antico ponte romano che, insieme alla Villa romana di Sant’Imbenia, è tra le poche testimonianze rimaste dell’età Imperiale.
Bisogna andare indietro di 6000 anni, al Neolitico, per inquadrare la storia del territorio algherese: la zona custodisce splendide testimonianze storiche e archeologiche delle epoche prenuragica e nuragica, come le necropoli ipogeiche di Santu Pedru (San Pietro) e Anghelu Ruju (Angelo rosso, cioè il diavolo) e i villaggi nuragici di Palmavera e Sant’Imbenia, tutti luoghi facilmente raggiungibili dal centro turistico ArchiMete Sardegna. A Sant’Imbenia, in particolare, nel IX secolo a.C., i fenici stabilirono un importante porto commerciale sfruttando il riparo naturale dell’insenatura di Porto Conte e la presenza di sorgenti di acqua dolce.
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Gusto & Cultura: un binomio che appartiene profondamente all’Italia. In particolare alla Sardegna, culla della civiltà nuragica, ma anche di lavorazioni straordinarie che, da millenni, sbocciano fra le mani di veri e propri maghi che si chiamano vignaioli, pastori, norcini, pescatori, artigiani di legno, metalli, pietra, cuoio e mille altre materie prime offerte dalla terra sarda.
Vini, formaggi, olio, salumi, pane, spirito di amicizia ed allegria sono i gustosi condimenti di un tour che abbina gli aspetti culturali del nord-ovest Sardegna alla tradizione culinaria e agrosilvopastorale dell’Isola.
A bordo di un comodo minibus con aria condizionata si parte alla scoperta di un itinerario fra i principali siti archeologici che gravitano nell’area del Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Dalla necropoli di Anghelu Ruju al complesso nuragico Palmavera fino al promontorio di Capo Caccia, patrimonio Unesco, e al Parco di Porto Conte che, all’interno della sua sede, accanto a un percorso naturalistico e botanico, custodisce la memoria della storica Colonia Penale di Tramariglio.
Il tour alterna piacevoli momenti culturali ad altrettanto gradevoli visite presso rinomate aziende vitivinicole della zona, aziende agricole e laboratori caseari dove le degustazioni e gli assaggi di prodotti tipici non sono una facoltà, ma un vero e proprio obbligo!
Il tour parte da Alghero (per i partecipanti è previsto l’appuntamento presso la propria struttura ricettiva) e dura mezza giornata.
La cornice naturale di Alghero
Dai fondali incantevoli alle coste caraibiche, dalla pianura ricca di vegetazione e macchia mediterranea ai rilievi montuosi ideali per escursioni indimenticabili. Il territorio di Alghero offre qualunque genere di divertimento a stretto contatto con la natura più vera e incontaminata. Già dal lungomare di Alghero l’occhio del visitatore è attratto dall’inconfondibile sagoma a forma di tartaruga di Capo Caccia, luogo di primario interesse naturalistico e culturale che è il cuore di due riserve: l’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana e il Parco Naturale Regionale di Porto Conte.
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Il centro turistico ArchiMete Sardegna si trova nel cuore dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana, riserva protetta istituita nel 2002 con l’obiettivo di tutelare un patrimonio naturale e faunistico unico al mondo. È qui, infatti, che si trova la maggior concentrazione di grotte sommerse del Mediterraneo, fino a pochi decenni fa rifugio privilegiato per la foca monaca. Anfratti spettacolari e scenografici, ricchi di flora e fauna sottomarina e agevolmente visitabili da gruppi di subacquei (necessario sempre l’accompagnamento da parte di una guida sub del luogo). L’area marina comprende anche il fiordo di Porto Conte e si estende da Punta delle Gessiere a nord-ovest fino alla costa sud-est che da Punta Giglio termina con il capo: la zona è caratterizzata da imponenti promontori calcarei a picco sul mare, rifugio ideale per uccelli come il gabbiano corso, il cormorano e il raro grifone, volatile che può raggiungere un’apertura alare di quasi 3 metri. L’area marina è suddivisa in tre zone: la A è riserva integrale dove sono vietate tutte le attività; mentre nella B e nella C sono consentiti transito, immersioni subacquee, snorkeling e, con i dovuti permessi, l’attività di pesca.
L’istituzione dell’area marina protetta ha significato davvero una svolta per la ripopolazione di tutto l’ambiente marino sommerso della zona.
Fauna: L’area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana custodisce un patrimonio faunistico unico al mondo. Perché le caratteristiche geomorfologiche del territorio, in particolare le falesie e le rocce calcaree, hanno favorito la colonizzazione di specie come spugne, molluschi litofagi, gorgonie del genere Eunicella e Paramuricea clavata, la scenografica gorgonia rossa e viola che in questa parte della Sardegna trova un habitat ideale. Come ha trovato le condizioni migliori per attecchire e crescere il famoso corallo rosso (Corallium rubrum), facilmente visibile in numerose grotte anche a profondità non eccessive (già intorno ai 5 metri si trovano interessanti colonie). Una risorsa preziosa a livello naturalistico, visto che il corallo è un validissimo indicatore ambientale, ma anche per l’economia del luogo che, proprio sulla lavorazione di questo organismo ha creato un distretto artigiano unico al mondo. Un elemento così importante e storico per Alghero che figura perfino nello stemma comunale.
Le acque e le grotte dell’area marina protetta sono poi habitat ideale per le aragoste mediterranee (Palinurus elephas) che qui sono compagne di ogni immersione, per il gamberetto rosso (Parapandalus narval) e per astici (Homarus gammarus), magnose (Scyllarides latus) e granseole (Maja squinado). Nella prateria di posidonia (Posidonia oceanica) è facile scorgere i simpatici cavallucci marini (Hippocampus) e le pinne nobilis, oltre a seppie e pesci di fondale come ghiozzi, mennole, bavose, zerri, tordi e triglie. L’ambiente nectonico offre invece incontri ravvicinati con grandi pelagici come saraghi, branzini, dentici, cernie, pesci luna, gronghi e barracuda che è facile avvistare in branco quando si risale da un’immersione. L’ambiente protetto di Porto Conte e la costa scoscesa di Capo Caccia sono poi richiamo irresistibile per grandi cetacei come delfini e grampi, facilmente avvistabili nelle prime ore del mattino.
Le falesie e le scogliere a picco sul mare sono invece rifugio privilegiato per numerosi uccelli marini come il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii), il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), la berta maggiore (Calonectris diomedea), la berta minore (Puffinus puffinus) e l’uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus).
Flora: L’area tutelata dal Parco Naturale Regionale di Porto Conte presenta una ricca e florida vegetazione a macchia mediterranea alternata da foreste di lecci (Quercus ilex) spesso a picco sul mare. Sott’acqua vegetano numerose specie di alghe brune e verdi, mentre i fondali sabbiosi sono dominati da praterie di posidonia (Posidonia oceanica). I tratti di costa più vicini alla riva, invece, vedono il proliferare di alghe dei generi Caulerpa e Cymodocea.
Il Parco naturale regionale di Porto Conte e l’Area Marina protetta di Capo Caccia e Isola Piana sono scrigni di biodiversità sia dal punto di vista floristico che faunistico. Inverni miti ed estati secche, condizioni climatiche tipiche della Sardegna, hanno favorito la diffusione di endemismi di enorme interesse naturalistico.
E tutto è alla portata di mano –anzi, di macchina fotografica!– di studiosi e appassionati di botanica e biologia.
Gli oltre cinquemila ettari di superficie del Parco regionale sono habitat naturale per straordinarie specie vegetali endemiche. In particolare in due aree di grande interesse, come Capo Caccia e Punta Giglio, dove la geomorfologia del territorio –prevalentemente carsico, con pochi centimetri di sedimento e terra tipicamente rossa– ha permesso il diffondersi di arbusti bassi ed erbe cespugliose: tra questi spiccano per importanza la Centaurea horrida (il fiordaliso spinoso, endemico della Sardegna settentrionale) e il Limonium nymphaeum, paleoendemismo noto come statice delle ninfe.